Lunedì 17 Febbraio 2025 ore 15.00 - 18.00, presso l'aula ASIA 143 il Campus ONU di Torino si è tenuto un incontro di formazione nell'ambito del Percorso Formativo 2024/24 "Il Patrimonio Naturalistico UNESCO, zone MAB e Geoparchi: una risposta al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità?" del Club per l'UNESCO di Torino. 🌱🌏📖
E' stato approfondito il tema "Clima, ambiente, territorio: quale relazione?"
La registrazione dell'incontro è disponibile sulla nostra Pagina Facebook "Club per l'UNESCO di Torino" all'indirizzo https://fb.watch/xTXtPktKGI/
Lunedì 20 gennaio 2025 ore 15.00 - 18.00, presso l'aula OCEANIA 173 il Campus ONU di Torino si è tenuto un incontro di formazione nell'ambito del Percorso Formativo 2024/24 "Il Patrimonio Naturalistico UNESCO, zone MAB e Geoparchi: una risposta al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità?" del Club per l'UNESCO di Torino. 🌱🌏📖
E' stato approfondito il tema "Il Geoparco Sesia Valgrande"
La registrazione dell'incontro è disponibile sulla nostra Pagina Facebook "Club per l'UNESCO di Torino" all'indirizzo https://fb.watch/xi1rpHQ6XR/
Venerdì 6 dicembre, nella splendida cornice di Palazzo Madama a Torino , si è svolto uno degli incontri nell’ambito del Percorso Formativo 2024/2025 “Il Patrimonio Naturalistico UNESCO, Zone MAB e Geoparchi: una risposta al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità?” del Club per l'UNESCO di Torino. 🌱🌏📖
Un’occasione speciale che ha visto protagonisti una rappresentanza dei 600 studenti e insegnanti iscritti al Percorso Formativo.
E' stato approfondito il tema:“L'Arte e l'Ambiente”
Per chi non ha potuto essere presente, ricordiamo che la presentazione della mostra "Il Grande Fiume – biodiversità tra passato e futuro" e la conferenza “Boschi e cambiamento climatico: l'esempio virtuoso della Foresta condivisa del Po piemontese” sono state trasmesse in diretta streaming e restano disponibili sulla nostra pagina Facebook.
In occasione della Giornata Mondiale per l'eliminazione della Violenza contro le Donne, è stata presentata presso il complesso Aldo Moro dell'Università di Torino la tesi di laurea "Tullia Romagnoli Carettoni. L'impegno politico dentro e fuori i confini nazionali" della dottoressa Emma Migliacci dell'Università di Perugia.
Ricordando l'importante figura di Tullia Romagnoli Carettoni che, dagli anni Cinquanta in poi, ha combattuto strenuamente per la parità di genere e per abrogare le leggi del codice Rocco che discriminavano le donne. Il suo impegno non si è solo limitato all'Italia, ma si è esteso all'Europa, all'Africa e al Mediterraneo per sostenere i diritti delle donne e dei lavoratori migranti.
Lunedì 25 novembre 2024 ore 15.00 - 18.00, presso l'aula OCEANIA 173 il Campus ONU di Torino si è tenuto un incontro di formazione nell'ambito del Percorso Formativo 2024/24 "Il Patrimonio Naturalistico UNESCO, zone MAB e Geoparchi: una risposta al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità?" del Club per l'UNESCO di Torino. 🌱🌏📖
E' stato approfondito il tema "Le tre zone MAB del Piemonte e il Clima"
La registrazione dell'incontro è disponibile sulla nostra Pagina Facebook "Club per l'UNESCO di Torino" all'indirizzo https://fb.watch/w6_LPSULqZ/
La Direttrice Generale dell'UNESCO, Audrey Azoulay, ha espresso profondo dolore alla notizia della morte di Amadou Mahtar M'Bow, ex Direttore Generale dell'UNESCO (1974-1987) e primo africano a capo di un'organizzazione internazionale.
Si è tenuta questo fine settimana la XLVI Assemblea Nazionale della FICLU (Federazione Italiana delle Associazioni e Club per l'UNESCO).
Per il Club per l'UNESCO di Torino hanno partecipato il consigliere delegato Giovanni Chiesa e la Presidente Maria Paola Azzario, che è intervenuta per presentare le attività della Federazione Mondiale delle Associazioni e dei Club per l’UNESCO (WFUCA) e i progetti conclusi, in corso e futuri del Club per l’UNESCO di Torino.
Si ringrazia il Club per l’UNESCO de L’Aquila per l'eccellente ospitalità!
Dal 26 al 29 ottobre 2023, Maria Paola Azzario e Giovanni Chiesa, in qualità di delegati dellaFederazione Italiana dei Club per l’UNESCO (FICLU), hanno preso parte al X Congresso della WFUCAsvoltosi a Seoul (Corea del Sud).
Il Programma ha previsto per il 26 la riunione del Consiglio Direttivo uscente. Nei giorni 27 e 28 si sono svolti i lavori dell’Assemblea. A inizio lavori, il decano delegato della Federazione Giapponese Noboru Noguchi e Maria Paola Azzario hanno preso la parola per proporre un appello per il cessate il fuoco e la possibilità di far arrivare aiuti umanitari nelle zone di guerra. L’appello è stato approvato all’unanimità ed è stato presentato alla Conferenza Generale UNESCO.
CLICCA QUI per leggere l'appello in italiano, inglese e francese.
I lavori sono continuati con la presentazione dei risultati raggiunti da ogni Federazione Regionale. Per l’Europa hanno preso la parola Daniela Popescu e Maria Paola Azzario.
Il 28 ottobre si è proceduto alla presentazione dei candidati e alle elezioni. Sono risultati eletti:
PRESIDENTE:Bolat AKCHULAKOV (KAZAKISTAN), Presidente della Federazione Nazionale dei Club per l’UNESCO del Kazakistan.
Vice-presidente AFRICA: Gabin ALLOGNON; Vice-presidente EUROPA: Daniela POPESCU,presidente FEACU (Romania); Vice-presidente REGIONE ARABA: Mokthtar FARHAT (Tunisia); Vice-presidente ASIA: Sunjoo LEE; Vice-presidente AMERICA LATINA e CARAIBI: Katana PLUMMERS-MITCHELL (Giamaica);
Tesoriere: Dzmitry SUBTELNY (EUROPA–Bielorussia).
Consiglieri:Augustin BOUDA (AFRICA); Ioannis MARONITIS (EUROPA Grecia); Sharifi NAZIR (ASIA PACIFICA).
Membri ex-officio:Maria Paola Azzario (ITALIA); Yuji Suzuki (GIAPPONE); CINA; VIETNAM.
Il nuovo presidente Bolat Akchulakov ha ricordato che il movimento delle Associazioni e Club per l’UNESCO si è formato in Giappone nel 1947, con l’obiettivo di promuovere i valori e le priorità chiave dell’UNESCO tra la società civile. Oggi, questo movimento è presente in 90 Paesi del mondoe comprende circa 5,000 presenze.
Un'analisi effettuata dall’Università degli Studi di Torino indica come nel periodo 2016-2020 le studentesse e laureate sono prevalenti sia nelle lauree triennali che nelle magistrali. La presenza delle donne tuttavia diminuisce negli avanzamenti della carriera accademica; la carenza di donne nella categoria dei professori di prima fascia è infatti un fenomeno documentato anche dall'analisi del Bilancio di genere di Unito.
Al fine di ridurre il divario di genere tra i docenti di prima fascia e per incentivare l'aumento della presenza femminile tra i professori ordinari (PO) nei dipartimenti in cui sono sottorappresentate, nell'ambito del Piano Strategico dell'Università, il 26/05/2023 è stata approvata all’unanimità dal Consiglio di Amministrazione di Unito una misura di cofinanziamento ai Dipartimenti con l'obiettivo di raggiungere una percentuale del 40% di donne PO, superando l'attuale 33,8% registrato al 10 marzo 2023. L’Università di Torino si pone come primo mega ateneo italiano ad adottare una norma di questo tipo.
“Questa misura innovativa – dichiara il Rettore Stefano Geuna – pone l’Università di Torino in una posizione di avanguardia per infrangere il soffitto di cristallo nelle posizioni apicali. Investiamo così risorse importanti per raggiungere l’obiettivo del 40% di donne nella posizione di ordinario fissato dal nostro Piano Strategico. Siamo convinti che questa possa diventare una buona pratica da seguire anche in altri contesti, perché il raggiungimento della parità di genere negli ambienti della ricerca costituisce un traguardo fondamentale per tutta la nostra società” (Fonte www.unito.it).
Nel suo Rapporto Mondiale 2020, l'UNESCO sottolinea che il 40% dei Paesi più poveri non sono riusciti a supportare i discenti a rischio durante la crisi dovuta al Covid-19 e lancia un appello a favore dell'inclusione nell'educazione.
Meno di un Paese su 10 dispone di leggi che contribuiscano ad assicurare la piena inclusione nell'educazione. Il Rapporto Mondiale UNESCO di Monitoraggio dell'Educazione 2020 "Inclusione ed educazione: tutti significa tutti" presenta un'analisi approfondita dei principali fattori di esclusione nei sistemi educativi del mondo intero, prendendo in esame gli indicatori di origine, identità, capacità.
Il Rapporto evidenzia un'intensificazione dell'esclusione durante la pandemia da Covid-19, stimando che circa il 40% dei Paesi più poveri non hanno sostenuto i discenti più svantaggiati durante la chiusura delle scuole. Il rapporto esorta, pertanto, i Governi a concentrarsi, al momento della riapertura delle scuole, su coloro che sono stati lasciati indietro al fine di rendere le società più resilienti e paritarie.
La Direttrice Generale dell'UNESCO, Audrey Azoulay, ha dichiarato: "Per affrontare le sfide del nostro tempo, è assolutamente necessario evolvere verso un'educazione più inclusiva. Ripensare il futuro dell'educazione è ancora più importante dopo la pandemia che ha aggravato ancora di più e messo in luce le disuguaglianze. Restare inermi comprometterà il progresso delle società".
Il Rapporto è disponibile, in inglese,
"La Giornata mondiale della radio offre l’occasione di celebrare questo mezzo di comunicazione duraturo, versatile e ampiamente accessibile. Quest’anno, rendiamo omaggio ai diversi modi in cui i mezzi di comunicazione possono costituire uno strumento per adattarsi al cambiamento climatico e mitigarne gli effetti, nel nostro mondo in rapida evoluzione.
L’anno scorso, abbiamo assistito a rare inondazioni nel deserto del Sahara e al mortale tifone Yagi che ha colpito il sud-est asiatico. In un momento in cui tali eventi meteorologici estremi stanno diventando sempre più comuni, dobbiamo riconoscere il ruolo fondamentale e spesso salvavita della radio.
Con frequenze che possono viaggiare attraverso i continenti e ricevitori che consumano pochissima energia, la radio può raggiungere anche i luoghi più remoti e funzionare anche in caso di interruzione dell’elettricità. Ciò rende la radio un mezzo unico in situazioni di crisi; agendo come sistema di allerta precoce, può ridurre il rischio di catastrofi e salvare innumerevoli vite.
Al di fuori delle situazioni di crisi, la radio è anche una fonte primaria di informazione per le persone di tutto il mondo. Le forme tradizionali dei mezzi di comunicazione sono ancora più importanti in tempi in cui l’intelligenza artificiale è in grado di influenzare l’affidabilità e la credibilità delle informazioni online. La cattiva informazione e la disinformazione rimangono uno dei maggiori ostacoli all’azione per il clima, rendendo il lavoro dei giornalisti radiofonici essenziale per affrontare la crisi climatica.
Tuttavia, sappiamo che questo non è un compito facile. Un rapporto dell’UNESCO, pubblicato lo scorso anno, riportava, tra il 2009 e il 2023, 749 attacchi – compresi 44 omicidi – contro giornalisti e media che si occupavano di questioni relative all’ambiente, in tutte le regioni del mondo.
Questo è il motivo per cui, l’anno scorso, la Giornata mondiale della libertà di stampa, organizzata congiuntamente dall’UNESCO e dal Cile, si è concentrata sull’importanza della libertà di informazione per combattere la crisi climatica. Tutti hanno il diritto di accedere a informazioni affidabili e accurate sulle questioni climatiche e ambientali, ma affinché ciò sia possibile, i giornalisti devono poter svolgere il proprio lavoro liberamente e in sicurezza.
Anche per questa ragione, l’UNESCO ha recentemente lanciato la sua Iniziativa globale per l’integrità dell’informazione sui cambiamenti climatici, in collaborazione con le Nazioni Unite e la Repubblica Federale del Brasile. Questa iniziativa aiuterà a promuovere e difendere l’integrità delle informazioni sui cambiamenti climatici, per mezzo non solo di finanziamenti alla ricerca, ma anche attraverso il sostegno, la diplomazia e l’azione strategica.
La comunicazione e l’informazione plasmano il mondo in cui viviamo – e dobbiamo assicurarci che le informazioni che condividiamo e riceviamo siano affidabili. In questa Giornata mondiale della radio, celebriamo e proteggiamo questo potente mezzo di comunicazione mentre lavoriamo per affrontare la crisi climatica."
Traduzione a cura di Beatrice Gugliero
Club per l'UNESCO di Torino
La Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza è stata proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2015 al fine di costruire un mondo in cui l’uguaglianza di genere nella scienza non sia più un solo obiettivo, ma una realtà.
Tuttavia, negli ultimi dieci anni i cambiamenti sono stati minimi; ad oggi le donne costituiscono ancora solo un terzo della comunità scientifica globale. In alcuni paesi meno del 10% dei ricercatori sono donne. Le donne che svolgono lavori scientifici, tecnologici, ingegneristici e matematici (STEM) guadagnano solo l’85% di quanto guadagnano i loro colleghi maschi, secondo il rapporto UNESCO del 2024 “Changing the equation: securing STEM futures for women” (Cambiare l’equazione: garantire, un futuro STEM alle donne), inoltre esse devono affrontare barriere sistemiche come finanziamenti limitati, minori opportunità di pubblicazione e mancanza di rappresentanza nelle posizioni di alto livello.
Inoltre, secondo l’Istituto di Statistica dell’UNESCO, nell’istruzione superiore, le donne rappresentano solo il 35% dei laureati in settori legati alle discipline STEM.
Meno scienziate significa, meno innovazioni scientifiche, meno scoperte mediche e meno sviluppo sostenibile. In un momento di pressanti sfide globali, come lo sconvolgimento climatico, le crisi sanitarie ed i rapidi progressi dell’intelligenza artificiale, il mondo ha bisogno di più scienza – e la scienza ha bisogno di più donne.
L’accesso delle donne alle carriere scientifiche inizia in una fase molto precoce, fin dai primi anni di scuola. Le ragazze di tutto il mondo devono essere incoraggiate a esplorare le innumerevoli opportunità offerte dalla scienza - molte delle quali, forse, non facilmente immaginabili , ma che permetteranno loro di costruire un futuro migliore per tutti.
Affinché le ragazze possano “pensarsi” come leader nel campo scientifico, hanno bisogno di modelli con cui identificarsi. Questo è il motivo per cui l’UNESCO sta lavorando per riconoscere e promuovere il talento delle donne nella scienza, mettere in evidenza diverse prospettive e rimuovere le barriere che impediscono alle donne di realizzare il loro pieno potenziale nella scienza.
Un esempio è il nostro programma “For Women in Science” de L’Oréal-UNESCO, che, dal suo lancio un quarto di secolo fa, ha riconosciuto, attraverso i suoi premi internazionali, quasi 140 premiate – sette delle quali hanno ricevuto un premio Nobel – inoltre ha sostenuto oltre 4.300 giovani ricercatrici in più di 100 paesi. Ognuna di queste donne straordinarie non solo ha ampliato le conoscenze scientifiche, ma ha anche ispirato le generazioni future nel convincersi che anche loro possono fare la differenza.
Anche i media svolgono un ruolo chiave nel garantire che queste voci siano ascoltate.
L’appello all’azione dell’UNESCO: “colmare il divario di genere nella scienza”, lanciato nel 2024, mira a trasformare il panorama dei media migliorando la visibilità delle scienziate e fornendo spazio per coloro che sono state a lungo sottorappresentate.
Nel decimo anniversario di questa Giornata Internazionale, vi invitiamo ad aderire alla campagna “Imagine a world with more women in science” (Immagina un mondo con più donne nella scienza) e a contribuire ad amplificare la voce delle donne e delle ragazze che stanno intraprendendo studi e carriere scientifiche, rompendo un vero e proprio soffitto di cristallo e diventando, attraverso la loro ricerca, forza trainante del progresso scientifico.
Traduzione in italiano a cura di Beatrice Gugliero,
Club per l’UNESCO di Torino
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NELLE LINGUE UFFICIALI DELL'UNESCO
"I GHIACCIAI STANNO SCOMPARENDO"
Nella consueta versione italiana ridotta, a cura del Club per l'UNESCO di Torino, troverete:
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Nel corso degli anni, con il supporto delle precedenti pubblicazioni e del patrimonio librario e audiovisivo in proprio possesso, il Club per l’UNESCO di Torino ha realizzato molte pubblicazioni, che fanno parte della Collana “Ricerca e Didattica”, edita dal Club per l’UNESCO di Torino e sono dotate di codice ISBN per una migliore diffusione nazionale ed internazionale.
Tutte le pubblicazioni sono raccolte nel "Catalogo pubblicazioni del Club per l'UNESCO di Torino" che viene aggiornato annualmente.
Il 27 gennaio 1945, esattamente 80 anni fa, le truppe sovietiche, orrificate e esauste, entrarono nel campo di concentramento e sterminio nazista tedesco di Auschwitz-Birkenau e liberarono i circa 7.000 prigionieri sopravvissuti.
Ogni anno, questa data simbolica invita la comunità internazionale a ricordare i 6 milioni di ebrei assassinati insieme a innumerevoli altre vittime della violenza nazista.
In un momento in cui i testimoni diretti dell'Olocausto sono sempre meno numerosi, segnando il crepuscolo di quella che la storica Annette Wieviorka ha definito "l'era del testimone", dobbiamo impegnarci con sempre maggiore serietà a perpetuarne la memoria.
Innanzitutto, dobbiamo farlo preservando i luoghi stessi in cui si è verificato l'orrore, affinché non smettiamo mai di credere in ciò che è stato un evento assolutamente incredibile. Nel 1979, l'UNESCO proclamò Auschwitz-Birkenau patrimonio mondiale, contribuendo così al carattere memoriale della struttura che aveva ospitato un campo di morte. Questa iscrizione affermava la mobilitazione della consapevolezza universale riguardo a un fenomeno che aveva cercato di recidere una parte dell'umanità.
Il contributo continuo dell'UNESCO a questa struttura memoriale è riflesso in un accordo storico firmato solo un anno fa. Dopo 14 anni di negoziati diplomatici condotti sotto l'egida della nostra Organizzazione, questo accordo tra i sei Stati dell'ex Jugoslavia prevede la riapertura di una mostra permanente progettata dall'architetto Daniel Libeskind, in un padiglione condiviso ristrutturato.
L'UNESCO sostiene anche la creazione, da parte del Counter Extremism Project, di un nuovo centro di ricerca sull'odio, l'estremismo e la radicalizzazione nella ex casa del comandante di Auschwitz, Rudolf Höss, direttamente adiacente al campo. Questo centro, chiamato “ARCHER at House 88”, offrirà borse di studio a giovani ricercatori, in collaborazione con le cattedre universitarie UNESCO dedicate alla ricerca sull'Olocausto, sui passati violenti e sulla prevenzione dell'antisemitismo e dell'estremismo.
Onorare la memoria delle vittime dell'Olocausto significa anche valorizzare il patrimonio culturale ebraico che i nazisti intendevano distruggere. A tal fine, l'UNESCO ha iscritto, nel 2021, i siti di Spira, Worms e Magonza nella Lista del Patrimonio Mondiale e, nel 2023, i siti di Erfurt e la sinagoga El Ghriba a Djerba.
Eppure, non possiamo coltivare la memoria di un luogo senza trasmetterne il significato alle generazioni più giovani. A questo proposito, l'educazione svolge un ruolo essenziale, poiché ci consente di trasmettere una comprensione della storia dell'Olocausto nella sua dimensione universale. L'Olocausto rivela qualcosa sulla specie umana che non può essere ridotto a una singola epoca o a un solo popolo. Il peggio può accadere di nuovo ovunque si presentino le condizioni necessarie.
Per prevenire che la violenza antisemita, razzista e xenofoba si scateni a fronte dell’ignoranza del passato, l’UNESCO e il Museo Memoriale dell’Olocausto degli Stati Uniti hanno sviluppato congiuntamente il Programma Internazionale sull’Educazione all’Olocausto e ai Genocidi. Da 10 anni, l’UNESCO collabora con 24 Paesi per garantire che i curricula scolastici e i libri di testo riportino fedelmente i passati violenti.
Dobbiamo affrontare la realtà: insegnare la memoria dell’Olocausto è diventato un compito sempre più arduo alla luce della recrudescenza dell’antisemitismo su larga scala. È per questo che l’UNESCO, in collaborazione con la Commissione Europea e l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), ha istituito un programma di formazione per insegnanti, che si trovano in prima linea nella gestione dei discorsi di odio nelle scuole. Disponibili in 12 paesi, questi corsi di formazione saranno estesi quest’anno a tutti gli Stati membri dell’Unione Europea.
Nell’era dei social network, dove i discorsi di odio proliferano in modo anonimo, è anche fondamentale adeguare le nostre azioni. Gli algoritmi amplificano la negazione dell’Olocausto, come dimostrato dall’UNESCO in un rapporto pubblicato in collaborazione con il Congresso Mondiale Ebraico: “AI and the Holocaust: Rewriting History?”.
La lotta contro la negazione dell’Olocausto e la distorsione della sua storia deve essere condotta su tutti i fronti. Sempre in collaborazione con il Congresso Mondiale Ebraico, l’UNESCO ha convinto Meta e TikTok a reindirizzare chi cerca informazioni sull’Olocausto a un sito affidabile: AboutHolocaust.org. Disponibile in 19 lingue, il sito ha registrato oltre 4,4 milioni di visitatori nel solo 2024.
In questa Giornata Mondiale di Commemorazione in Memoria delle Vittime dell'Olocausto, l’UNESCO invita la comunità internazionale a rimanere pienamente mobilitata su tutti i fronti per garantire che non si ripeta mai più ciò che l’avvocato americano Samuel Pisar ha definito "la più grande catastrofe mai perpetrata dall’Uomo contro l’Uomo".
Traduzione in italiano a cura del
Club per l’UNESCO di Torino
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NELLE LINGUE UFFICIALI DELL'UNESCO
Il 24 gennaio 2025, in occasione della Giornata Mondiale dell’Educazione, si è tenuta, presso la città di Padova, la premiazione del Concorso Nazionale FICLU “Agire i Diritti Umani" – XIII Edizione, che quest'anno è stato dedicato al tema “Lo spirito olimpico e paralimpico per la promozione della Pace e dei Diritti Umani”. 🌈🕊
L’evento si è tenuto nella splendida cornice dell'antico Archivio di Palazzo Bo, regalando un’atmosfera unica a una giornata intensa e significativa. L’entusiasmo e l’impegno dei ragazzi hanno dimostrato quanto questo tema sia sentito e attuale.
Abbiamo inoltre avuto il piacere di visitare la città, arricchendo ulteriormente questa esperienza.
Un sentito ringraziamento al Club per l’UNESCO di Padova per la calorosa ospitalità!
La Giornata Internazionale dell'Educazione 2025 si svolge in un periodo di grandi sconvolgimenti, in particolar modo di tipo tecnologico. Quest'anno, l'UNESCO ha deciso di dedicare la giornata alle problematiche associate all'Intelligenza Artificiale (IA).
L'Intelligenza Artificiale è il seme di una vera e propria rivoluzione antropologica. Mette in discussione in modo drammatico il rapporto tra esseri umani e macchine. In più, capovolge la nostra stessa concezione d’intelligenza, che a lungo avevamo considerato di competenza, se non esclusivamente degli esseri umani, almeno degli esseri viventi.
È probabile che l'IA generativa rimodelli i sistemi educativi. Mai prima d'ora una tecnologia ha fatto irruzione in classe così rapidamente; basti pensare a quanto tempo ci vuole per convalidare un libro di testo prima che possa essere utilizzato per istruire i nostri figli.
Consapevole delle trasformazioni apportate da questo sconvolgimento tecnologica, l'UNESCO è stata molto rapida nell'affrontare le problematiche concernenti l’Intelligenza Artificiale, su cui l'Organizzazione lavora da oltre 10 anni. Di conseguenza, nel 2021, dopo due anni di consultazione, gli Stati membri dell'Organizzazione hanno adottato il primo Quadro di Riferimento Globale per l'etica dell'intelligenza artificiale.
Nel campo dell'istruzione, tuttavia, molti Paesi, divisi tra autorizzazione e restrizione, non dispongono di linee guida chiare sull'argomento. Nel 2023, meno del 10% delle scuole e delle università disponeva di un quadro di riferimento ufficiale per l'uso dell'intelligenza artificiale nei contesti educativi.
Ecco perché, nello stesso anno, l'UNESCO ha pubblicato Guidance for Generative AI in Education and Research (Linee Guida per l’Intelligenza Artificiale nell’Istruzione e nella Ricerca). Queste linee guida suggeriscono di stabilire un limite di età minima di 13 anni per l'uso dell'Intelligenza Artificiale in classe.
L'Intelligenza Artificiale offre, in realtà, importanti opportunità per l'istruzione, a condizione che il suo impiego nelle scuole sia guidato da chiari principi di equità ed etica.
È necessario, dunque, formare tempestivamente le persone sull’uso dell'Intelligenza Artificiale per aiutarle a gestirla in modo sicuro e responsabile, consapevoli dei limiti della tecnologia. Un recente studio dell'UNESCO, ad esempio, ha avvertito che l'IA potrebbe distorcere la narrazione storica dell'Olocausto e alimentare l'antisemitismo e l'incitamento all'odio, qualora non venissero rapidamente messe in atto misure di salvaguardia etiche.
Abbiamo urgente bisogno di aiutare insegnanti e studenti a fare il miglior uso possibile di questa tecnologia.
Sebbene, nel maggio 2023, un sondaggio dell'UNESCO abbia rivelato che, mentre l'IA era ampiamente utilizzata dai professionisti dell'istruzione in tutto il mondo, meno del 10% delle scuole e università in esame aveva sviluppato politiche istituzionali che regolassero il loro uso dell'IA generativa. Nel 2022, solo sette paesi avevano sviluppato quadri o programmi d’Intelligenza Artificiale per gli insegnanti, e che solo 15 avevano incluso obiettivi di formazione sull'IA nei loro programmi di studio nazionali. Per questa ragione, lo scorso settembre, all'evento Digital Learning Week tenutosi presso la sede centrale, l'UNESCO ha presentato i quadri di riferimento per le competenze AI per studenti e insegnanti. In conformità con le linee guida stabilite, è fondamentale effettuare investimenti ingenti, senza sacrificare nulla di essenziale, nell'insegnare a studenti e insegnanti come utilizzare l'Intelligenza Artificiale in modo appropriato.
In questa Giornata Internazionale dell'Educazione, l'UNESCO invita la Comunità Internazionale a lavorare, attraverso l'istruzione, verso una simbiosi duratura tra azione umana e tecnologica. Questa giornata speciale ci ricorda che una pace duratura inizia con l'istruzione. Come disse una volta Malala Yousafzai: "Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo".
Traduzione in Italiano a cura del Club per l’UNESCO di Torino,
Nicoletta Rita Piccione
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